Ritratto di Francesco Domenico Guerrazzi

Francesco Domenico Guerrazzi (Livorno 1804-1873) fu patriota e repubblicano, membro del Governo Provvisorio della Toscana tra 1848 e 1849 e poi deputato del Regno d'Italia. Questo dipinto è l’unico ritratto eseguito quando egli era ancora in vita. È opera dell'amico Antonio Ciseri con cui il politico intrattenne accesi dibatti sul ruolo dell'arte. Il pittore ticinese attivo a Firenze a questa data era un affermato ritrattista e aveva ricevuto importanti commissioni.
Nel ritrarre esponenti della ricca borghesia fiorentina, ma anche artisti e personaggi illustri come Guerrazzi, Ciseri si avvaleva spesso di fotografie, ottenendo una assai efficace resa di forme e texture, senza tuttavia compromettere l'effetto d'insieme né trascurare l'aspetto psicologico. Il volto del ritrattato trae risalto dal fondo neutro che evita un effetto di astrazione suggerendo la parete di un interno. Specifica abilità del pittore era quella di adattare la pennellata alla superficie da ritrarre: soffice e sfaldata per il morbido collo di pelliccia, più compatta per l'abito nero, sottile per i piani del volto a cui è affidata per intero la potente carica emotiva del ritratto. Lo sguardo assorto, diciamo pure lontano, viene animato da minimi eppure essenziali tratti di luce, a suggerire un intenso percorso interiore, un'emozione trattenuta, forse la delusione per l'esito non repubblicano del processo di liberazione e unificazione dell'Italia. Di particolare efficacia gli accostamenti cromatici che, come spesso nella miglior pittura di Ciseri, giocano su sottili variazioni degli stessi colori, in questo caso i neri dell'abito, i beige della pelliccia e dei capelli.