Riposo nella fuga in Egitto

È un giovane Dosso a dipingere questa scena raccolta, intima, della Sacra famiglia in fuga dalla Strage degli Innocenti ordinata da Erode il Grande, come racconta il Vangelo secondo Matteo (2:13-18). Il dipinto si differenzia dall’iconografia tradizionale del “Riposo durante la fuga” in quanto non sono presenti l’asinello e l’equipaggiamento da viaggio, accentuando così il legame tra le tre figure sacre, adagiate nei pressi di un bosco, sulle quali l’osservatore poteva concentrarsi durante la preghiera; gli occhi severi di Giuseppe, lo sguardo sicuro e d’intesa fra la Madonna e il Bambino, denotano il pericolo scampato. La natura ricca e dolce accoglie i protagonisti in un momento di sosta e pace, prima di riprendere il viaggio. Vi sono assonanze con la pittura di Giorgione e del primo Tiziano, anche se i bagliori di luce nel paesaggio, nelle foglie e negli abiti ci immergono nell’atmosfera magica e incantata tipica di Dosso: un piccolo sogno agreste a tema sacro, in questa tavola destinata alla devozione privata. I piccoli quadri del pittore sui temi della Natività e del Riposo avranno infatti molta fortuna alla splendida corte di Ferrara, dove l’artista fu per trent’anni pittore degli Estensi.

L’opera, segnalata nella Galleria Palatina nel 1832 con l’attribuzione a Dosso, entra nella Galleria degli Uffizi nel 1919.