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Apparizione della Madonna con il Bambino ai santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista

Giovanni di Niccolò Luteri, detto Dosso Dossi (Tramuschio, Modena? 1487 circa - Ferrara 1542)

Data
1517-1520ca
Collezione
Pittura
Collocazione
D9 Dosso Dossi e compagni
Tecnica
Olio su tavola trasportata su tela
Dimensioni
153x114 cm
Inventario
Depositi n. 7

La scena sacra è immersa nella natura, sul cui sfondo si staglia una città fantastica, sormontata da uno squarcio nel cielo da cui emergono, circondati da nuvole e cherubini, la Madonna con il Bambino, che appaiono miracolosamente ai due santi, colti nell’estasi della visione. Il Battista è rappresentato con una croce su cui è avvolto il cartiglio «Ecce Agnus Dei» («Ecco l'Agnello di Dio»), dalle parole da lui pronunciate verso Gesù e riportate nel Vangelo di Giovanni (1:29). Con la mano sinistra indica le Sacre Scritture, che profetizzano l’arrivo del Salvatore, mentre lo stesso piede poggia su un libro, forse un’allusione agli antichi testi pagani, sovrastati dalla fede cristiana. Giovanni Evangelista sostiene su un fianco il suo Vangelo, stringendo dall’altra parte, con la mano destra, un calice che diventa il centro dell’intera scena, da cui balza fuori un serpente. Il riferimento è all’episodio leggendario della vita del santo: intimato a bere del veleno, l’Evangelista benedisse il calice da cui fuoriuscì un serpente, rimanendo indenne all’avvelenamento. Il particolare del calice sottintende al trionfo del bene sul male ed è posto sullo stesso asse verticale della composizione, in cima alla quale vi è la fronte della Vergine con a fianco il Bambino. Il disco infuocato, al vertice dell’apparizione, può alludere all’Apocalisse, scritto secondo la tradizione dallo stesso Giovanni Evangelista: «apparve nel cielo un gran segno: una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle» (12:1), così come le mura e i palazzi in fondo alla scena, dipinti con tecnica quasi impressionistica da Dosso, potrebbero essere quelli della Gerusalemme Celeste, a forma quadrata, nella quale «la lunghezza, la larghezza e l'altezza sono eguali» (21:16). L’artista è capace di creare forme dense di significato in poche e vivaci pennellate, a volte appena percettibili, alternate ad altre larghe e ben visibili, come nell’erba piena di vita che spunta fra i due santi e nel paesaggio alle loro spalle.

 

Bibliografia

A. Ballarin, Dosso Dossi. La pittura a Ferrara negli anni del ducato di Alfonso I, Cittadella (PD) 1995, pp. 32-33, 36-38; M. Lucco, Apparizione della Vergine ai santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, in Garofalo Pittore della Ferrara Estense, catalogo della mostra (Ferrara, Castello Estense, 5 aprile - 6 luglio 2008), a cura di T. Kustodieva, M. Lucco, Milano 2008, pp. 182-183; M. Menegatti, Apparizione della Madonna con il Bambino ai santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, in Dosso Dossi. Rinascimenti eccentrici al Castello del Buonconsiglio, catalogo della mostra (Trento, Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali, 12 luglio - 2 novembre 2014), a cura di V. Farinella, L. Camerlengo, F. de Gramatica, Milano 2014, pp. 62-64

Testo di
Guicciardo Sassoli de' Bianchi Strozzi
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