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Cristo in casa di Marta, Maria e Lazzaro

Jacopo e Francesco dal Ponte, detti I Bassano (Bassano del Grappa 1515 – 1592) / (Bassano 1549 c. – Venezia 1592) e bottega

Data
1576 - 1577
Collocazione
Sala dell’Iliade
Tecnica
Olio su tela
Dimensioni
81 x 116 cm (con cornice 105 x 140 x 8 cm)
Inventario
Palatina 1912 n. 236

La scena raffigurata è tratta da un episodio del Vangelo di Luca (Lc 10, 38-42) in cui si narra come le due sorelle Marta e Maria Maddalena accolgano Gesù nella loro casa, ma mentre Marta si affanna in faccende domestiche per offrire la migliore ospitalità, Maria si siede ad ascoltare la parola del Figlio di Dio. Alle lamentele di Marta, rimasta priva dell’aiuto della sorella, Gesù risponde: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta». Il profondo messaggio dell’episodio sta nel curare anzitutto lo spirito e l’interiore religiosità rispetto alle quotidiane necessità pratiche. Ma il dipinto dei Bassano, così animato e vivace nella descrizione della grande cucina con tavola imbandita e cibarie di ogni tipo, lascia ben poco spazio al senso religioso del racconto, usato come pretesto per una scena di genere: si osservi ad esempio la figura di Gesù che entra quasi defilato nel grande ambiente domestico, riconoscibile solo grazie all’aureola luminosa che ne contraddistingue il capo.

La descrizione dell’ambiente è del tutto predominante: la grande cucina rustica si apre su di un ampio paesaggio collinare – di gusto tipicamente veneto- ed è attrezzata con vari generi di utensili, paioli in rame, piatti in stagno, ciotole e setacci; è una cucina dove l’opulenza del cibo trionfa con grande varietà di pollami e di pesci. Una cuoca è china in primo piano sulla grande pignatta in cui cuoce la minestra che avidamente viene fissata da Lazzaro già intento a consumare il suo pasto. Certamente vi sono qui sottintesi i vizi dell’ingordigia e della gola contrapposti alle virtù dello spirito e del sacrificio, ma l’insieme risulta una piacevole descrizione di un ambiente domestico della fine del Cinquecento.

Probabilmente proprio per tale piacevolezza descrittiva che circonda i contenuti moraleggianti, questo soggetto conobbe una straordinaria fortuna nella pittura veneta a partire dagli anni Settanta del Cinquecento, con un gran numero di repliche e derivazioni conservate sia in musei italiani, sia europei e d’oltreoceano.

Il prototipo è da riconoscere nella produzione di Jacopo Bassano in collaborazione col figlio maggiore Francesco, nella cui bottega lavorarono anche Leandro e Gerolamo, figli minori di Jacopo.

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