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Busto dell’imperatrice Maria Luisa

Manifattura di Sèvres

Data
1811
Tecnica
Biscuit; marmo grigio (base)
Dimensioni
h 65 cm (senza base)
Inventario
Oggetti d’Arte Pitti 1911 n. 212
Iscrizioni

“Sevres; AB 8.M.rs OZ; AL” impressa

Il busto è la fedele traduzione in biscuit del ritratto ufficiale dell’imperatrice Maria Luisa d’Asburgo Lorena commissionato dal consorte Napoleone allo scultore François Joseph Bosio e presentato al Salon del 1810. Nello stesso anno il direttore della Manifattura di Sèvres, Alexandre Brogniart, commissionò al Bosio “un busto in gesso di S.M. l’imperatrice [...] di dimensioni maggiori di quelle naturali e disposto in modo da fare pendant al busto dell’imperatore eseguito da Chaudet”. Di questo ritratto furono eseguite in biscuit due “grandezze”, di cui quella qui presentata è la maggiore. La richiesta del modello in gesso è fondamentale per ricavare le forme, anch’esse in gesso, necessarie per la traduzione in porcellana. Inoltre, le dimensioni maggiorate sono dovute al ritiro volumetrico del 14-16% a cui è sottoposta la porcellana durante il processo di ‘rammollimento’, che avviene in cottura al raggiungimento della temperatura massima di 1400°C. Infine, la scelta di realizzare un biscuit, ovvero una monocottura della porcellana, è motivato dalla similitudine visiva con il candore del marmo particolarmente apprezzato in epoca neoclassica e dalla satinatura della superficie, che consente una migliore definizione dei dettagli scultorei.

Il nostro esemplare fu donato il 21 giugno 1811 Ferdinando III Asburgo Lorena (decaduto Granduca di Toscana e al tempo granduca di Würzburg), in occasione del battesimo del figlio di Napoleone Bonaparte ‘re di Roma’, del quale era padrino, come confermato anche dall’iscrizione a incusso nella pasta. Da essa è ricavabile la data di esecuzione, 8 marzo 1811, e il nome del modellatore Augustin Liancé. Questi risulta aver eseguito due busti di “prima grandezza” con il ritratto di Maria Luisa, di cui uno potrebbe essere il nostro e l’altro quello donato all’imperatrice alla fine del 1810. Tuttavia, le iniziali “A B” nell’iscrizione aprono all’ipotesi che sia lo scultore Alexandre Brachard l’esecutore di questi esemplari, poiché anch’egli è stato pagato nello stesso anno per tre busti di Maria Luisa, peraltro eseguiti il giorno 8 marzo, seppure due di questi siano di “seconda grandezza”.

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