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Adorazione dei magi

Alessandro Filipepi detto Sandro Botticelli (Firenze 1445-1510)

Data
1470-1475
Collezione
Pittura
Collocazione
A13 Hugo van der Goes
Tecnica
Tempera grassa su tavola
Dimensioni
111x137 cm
Inventario
1890 n.882

Il tema evangelico dell’omaggio dei tre re magi a Gesù bambino è trasformato da Sandro Botticelli in una parata di personaggi della società fiorentina negli anni dell’ascesa al potere della famiglia Medici. Maria con Gesù siede al centro della scena, sotto la stella cometa che aveva guidato i magi nel loro viaggio. Giuseppe è assopito, in riferimento al racconto dell’evangelista Matteo (2, 13), secondo il quale lo sposo di Maria ebbe in sogno una visione che lo indusse a fuggire in Egitto portando Gesù in salvo da Erode.

Gesù bambino benedice il re mago inginocchiato ai suoi piedi, il quale, stando alle parole di Giorgio Vasari, ha le sembianze di Cosimo il vecchio de’ Medici, morto nel 1464 a 75 anni. L’uomo, dal volto senile, sfiora i piedini di Gesù con le mani velate da un panno, atteggiamento ossequioso che risponde ad antiche pratiche devozionali. Gli altri due magi hanno probabilmente le sembianze dei figli di Cosimo, Piero il Gottoso, ammantato di rosso e inginocchiato al centro in primo piano, e Giovanni, che gli sta accanto vestito di banco. Entrambi, come il padre Cosimo, erano già deceduti al tempo dell’esecuzione della tavola, il primo nel 1469 e l’altro nel 1463.

Si ritiene che altri membri della famiglia Medici partecipino all’evento: è forse Lorenzo il Magnifico, di circa venticinque anni, il giovane di profilo con i capelli neri raffigurato a destra, vestito di nero e rosso, mentre si tende a riconoscere suo fratello minore Giuliano nel giovane con la spada da cavaliere in primo piano a sinistra.

Anche Sandro Botticelli potrebbe essersi ritratto nel dipinto nel giovane biondo a destra che ricerca il nostro sguardo, in una posa ricorrente per gli autoritratti dei pittori.

Il committente dell’opera è invece l’uomo canuto, vestito di celeste, che nel gruppo di destra si volta verso di noi e con la mano indica se stesso, a sottolineare il suo ruolo. Si tratta di Gaspare di Zanobi del Lama (1411-1481), un ambizioso uomo di affari, sensale della corporazione del Cambio. Nel 1469 fondò nella chiesa di Santa Maria Novella una cappella intitolata ai re magi e all’Epifania. La scelta dell’intitolazione è da ricercare nel nome del committente, Gaspare, corrispondente a quello di uno dei tre re magi. Ma allo stesso tempo, il titolo era anche un ossequio ai Medici, membri della Compagnia dei Magi e protagonisti della cavalcata che sfilava a Firenze per l’Epifania.

Il dipinto sormontava l’altare della cappella Del Lama, inserita dentro una sontuosa cornice scultorea e sormontato alla sommità da un affresco con la Natività di Gesù eseguito dallo stesso Botticelli che ancora oggi rimane nella chiesa. La tavola con l’Adorazione dei magi, ammirata per la varietà delle pose delle figure e per le straordinarie capacità ritrattistiche dimostrate dal pittore, dette grande fama al maestro. Scarsa fortuna ebbe invece il committente Gaspare del Lama: condannato per frode nel 1476, cadde in disgrazia e morì pochi anni più tardi. La cappella da lui fondata, passata ad altri, venne dismessa nel terzo quarto del XVI secolo e il dipinto passò di proprietà ai Medici, dato che compare nel 1587 nella raccolta di don Antonio (1576-1621), figlio del granduca Francesco I de’ Medici e della seconda moglie Bianca Cappello.

L’opera è esposta agli Uffizi dal 1796, dopo essere stata rinvenuta nella villa medicea di Poggio Imperiale a Firenze.

Bibliografia

R. Lightbown, Botticelli. Complete catalogue, Londra 1978, vol. II, pp. 35-37; A. Cecchi, Botticelli, Milano 2008, pp. 136-142; C. Frosinini in Botticelli and Renaissance Florence, a cura di C. Frosinini e R. McGarry, Minneapolis 2022, pp. 176-178

Testo di
Daniela Parenti
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