Autoritratto
Dani Karavan (Tel Aviv, 1930 – 2021)
Cresciuto in un ambiente fortemente multiculturale e figlio dell’architetto progettista dei giardini di Tel Aviv-Jaffa, Dani Karavan, dopo studi artistici a Tel Aviv e Gerusalemme, nel 1955 parte per Firenze, per studiare la pittura dei grandi maestri del Rinascimento italiano e in particolare, la tecnica della pittura a fresco, esercitandosi con un lavoro di attenta copiatura degli affreschi del XIV e XV secolo.
Non meraviglia quindi che nel 1981, all’appello dell’allora Direttore degli Uffizi, Luciano Berti, indirizzato a numerosi artisti viventi perché donassero un proprio autoritratto per incrementare la storica collezione, in occasione del quarto centenario dalla fondazione del museo, Karavan, ben consapevole dell’importanza esercitata da Firenze e dalla sua arte sulla sua sensibilità di giovanissimo artista, risponda con immediato entusiasmo e scelga di donare un dipinto prodotto in quegli anni di proficuo e intenso studio sulle tecniche e i materiali della tradizione: “Carissimo Professore Berti, Chuesto e un quadro della mia gioventu con una grande influenza della scuola Fiorentina, che ho visto per la prima volta i quadri originali agli Uffizi nel 1956” (Dani Karavan a Luciano Berti, Parigi, 7 dicembre 1981; lettera dattiloscritta; in Le Gallerie degli Uffizi, Archivi Arte, ‘Autoritratti’, posizione Dani Karavan).
Nel dipinto, il giovane Karavan sperimenta la resa pittorica dell’antica tecnica a tempera, restituendoci un’immagine densa e vivida, dove l’espressione pensosa rimanda a quelle gravi delle tante teste di santi e personaggi biblici copiate dagli affreschi e dai capolavori fiorentini. Il riferimento all’antico è ulteriormente enfatizzato dall’iscrizione “FIRENZE” a lettere capitali, che appare sul fondo rosso cupo.
Il rapporto di profondo amore e devozione per la Toscana, maturato in questo primo decisivo soggiorno di formazione del 1955-57, porterà Karavan a tornare e a soggiornare nella regione più volte nella sua vita, anche per lunghi periodi e a lasciare sul territorio numerosi interventi di arte ambientale, nei quali è ben evidente, nella percezione dello spazio come nei rapporti proporzionali e luminosi, l’influenza esercitata sull’artista dai principi di ordine armonico e rigore geometrico propri del Rinascimento toscano e dall’opera dei grandi architetti (da Arnolfo di Cambio a Leon Battista Alberti a Filippo Brunelleschi), ammirati e studiati fin dal primo, giovanile soggiorno.
Dani Karavan. Retrospektive, a cura di Fritz Jacobi, Mordechai Omer e Jule Reuter, catalogo della mostra (Berlino, Martin-Gropius-Bau, 14 marzo - 1 giugno 2008), Berlin, Wasmuth Verlag, 2008; Gli Uffizi. Autoritratti del Novecento, a cura di Giovanna Giusti, Firenze, 2013, p. 10.