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Amore vincitore

Orazio Riminaldi (Pisa 1593-1630)

Data
1624-1625
Collocazione
Sala di Ulisse
Tecnica
Olio su tela
Dimensioni
142 x 112 cm
Inventario
1912 n. 422
Restauri

La tela faceva parte della raccolta del Gran Principe Ferdinando de' Medici, proveniente forse dal gruppo di opere rimaste in possesso del fratello di Orazio dopo la sua morte. Il soggetto dell'opera è convenzionalmente descritto come “Amore vincitore sulle arti”, ma già negli inventari medicei della fine del '600 il dipinto è segnalato come ''Amore dominatore del tutto'' o come ''Il genio della virtù''. Il concetto virgiliano dell'Omnia vincit amor che sta alla base di questo dipinto aveva un illustre precedente nell’analogo soggetto eseguito da Caravaggio per il marchese Giustiniani. Assieme ai consueti attributi dell’arco e delle frecce, compaiono attorno alla figura di Amore una serie di oggetti allusivi alle arti, alle scienze, alla fama letteraria, alla pratica delle armi e al potere terreno che, oltre a comporre eleganti brani di natura morta, esortano a non cedere alle passioni ma a praticare le arti e le altre attività umane (significativo il gesto della mano di Amore) al fine di raggiungere l'armonia. Dal punto di vista compositivo, per la postura di Amore in particolare, l'ispirazione ad alcune figure di Caravaggio si fonde con quella alla statuaria antica, in particolare all’Ares Ludovisi. Tuttavia il caravaggismo dei primi anni del soggiorno romano di Riminaldi è in quest'opera superato in direzione del classicismo del francese Vouet, per il perfetto equilibrio compositivo e per la superba ed esibita bellezza dell'efebo.

Testo di
Anna Bisceglia
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