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Orazione (La preghiera)

Giuseppe Abbati (Napoli 1836 – Firenze 1868)

Data
1866
Tecnica
Olio su tela
Dimensioni
cm 57 x 42
Inventario
Gen. 187; Acc. 414

Una luce soffusa, filtrata dai vetri di un’antica finestra, illumina una giovane donna intenta a pregare in una chiesa. Sul pavimento si intravede una lastra tombale sulla quale sono sparsi alcuni fiori. Sullo sfondo, immerso nella penombra, un uomo vestito di nero e dalla folta barba, è intento ad osservare qualcosa che rimane celato alla nostra vista. Il chiaroscuro del panneggio, scandito dalle pieghe variamente illuminate, rende quasi percettibile la consistenza dell’abito di taffettà. La dovizia di particolari del primo piano, diminuisce con l’avanzare dell’ombra nello sfondo. I risvolti di raso bianchi del mantello, contribuiscono a condurre lo sguardo verso il volto assorto nella preghiera. La scena è intima e malinconica, un frammento di vita quotidiana che solo un pittore “dei sentimenti” come Abbati poteva cogliere con indescrivibile delicatezza.

La prima formazione artistica di Giuseppe Abbati avvenne sotto la guida del padre Vincenzo, anch’egli pittore, poi proseguì presso l’Accademia di Venezia; tuttavia è dopo il suo trasferimento a Firenze, e la frequentazione assidua degli artisti del Caffè Michelangelo, che la sua pittura ebbe una svolta. Abbandonato il rigore accademico delle prime opere, entrò a far parte e a pieno titolo del gruppo dei Macchiaioli.

Nel 1863, assieme a Silvestro Lega (1826-1895), Odoardo Borrani (1833-1905) e Raffaello Sernesi (1838-1866) dette vita alla così detta “scuola di Piagentina”. L’intento era quello di dipingere all’aria aperta in assoluta tranquillità e intimità, lontano dal rumore della vita cittadina. All’epoca questa zona lungo l’Affrico, oggi densamente abitata, era aperta campagna, un luogo ideale per un tipo di pittura di carattere meditativo. Questo quadro, dipinto nel 1866, è una delle opere che decretarono il successo di Abbati. Esposta lo stesso anno alla mostra della Società d’Incoraggiamento fiorentina, oltre ad essere apprezzata della critica, fu acquistata dal Ministero della Pubblica Istruzione per accrescere la nascente collezione di quadri e sculture contemporanee. Proprio questo gruppo di opere, esposte dal 1868 al 1912 presso la Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, contribuì a formare l’attuale collezione della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti.

La donna nel quadro è Teresa Fabbrini, moglie di Diego Martelli (1839-1896), critico d’arte, collezionista e amico dell’artista. Per lunghi anni Diego ospitò, nella sua casa a Castiglioncello, Abbati e tutto il gruppo dei Macchiaioli, sostenendo e promuovendo la loro rivoluzionaria pittura.

Giuseppe ricambiò tale amicizia anche con un intenso ritratto a figura intera di Teresa, vestita con il medesimo mantello dell’Orazione.

Testo di
Graziella Cirri
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