L’articolo analizza i criteri sistematici adotatti dal cardinale Leopoldo de’ Medici (1617–1675) nell’acquisizione dei suoi autoritratti d’artista, secondo quanto riportato nell’ampio carteggio da lui intrattenuto con i propri ‘agenti’. Tali fonti scritte gettano luce sulle strategie di acquisto e di esame degli autoritratti, lasciando trasparire modalità di controllo fondate su un metodo inteso ad accertare l’autenticità delle opere. Ben distante dalle priorità ravvisabili nella serie degli Uomini illustri raccolta da Cosimo I (1519–1574), il cardinal Leopoldo non intende documentare l’apparenza fisica del singolo pittore, ma riconoscere nel suo autoritratto la mano che l’aveva creato, affidandosi all’armamentario teoretico della fisiognomica per verificarne l’autenticità.

Veduta del primo corridoio degli Uffizi.Giovan Battista Foggini, Ritratto del cardinale Leopoldo de’ Medici, Gallerie degli Uffizi.
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Autore
Anna Maria Procajlo
Anna Maria Procajlo, Leopoldo de‘ Medici e la sua ricerca sistematica del "ritratto fatto di sua propria mano“, in “Imagines”, n. 4, maggio 2020, pp. 134-151
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