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Comunicati | 27/03/2024

La Glorificazione della Vergine del Beato Angelico riunita alla predella proveniente da San Marco

Le tavole erano separate dalla seconda guerra mondiale

Si ricompone dopo molti decenni alla Galleria degli Uffizi un capolavoro del Beato Angelico: l’antica pala con la Glorificazione della Vergine. Il dipinto è stato infatti appena riunito con la sua predella (raffigurante lo Sposalizio e i Funerali della Vergine), dalla fine della seconda guerra mondiale custodita sempre a Firenze, ma nel Museo di San Marco. I visitatori possono adesso ammirare nel museo vasariano l’opera nella sua interezza.

La pala con la Glorificazione, lo Sposalizio e i Funerali della Vergine proviene dalla chiesa fiorentina di Sant’Egidio; il suo arrivo alla Galleria degli Uffizi è databile intorno ai primi anni del Novecento. Le sorti della tavola e della predella si biforcano dopo la seconda guerra mondiale: per proteggerla dai bombardamenti e dalle razzie dell’esercito nazista, la pala viene infatti portata via da Firenze e spostata al sicuro in varie località segrete, tra le quali il castello di Poppi e la villa Medicea di Poggio a Caiano. Terminato il conflitto, l’opera viene divisa in due parti: la tavola, che torna agli Uffizi, e la predella, che viene inviata al museo di San Marco. Dove rimane per decenni; fino alla riunificazione di oggi.

Contemporaneamente è stata trasferita dalle Gallerie degli Uffizi al Museo di San Marco, parte della Direzione regionale musei della Toscana, dove è esposta gran parte della produzione pittorica del Beato Angelico, la tavola con la Tebaide, opera oggi attribuita generalmente al Frate pittore domenicano. La Tebaide, da oggi collocata nella ‘Sala del Beato Angelico’, arriva agli Uffizi nel 1783 con l’attribuzione a Gherardo Starnina e viene riferita per la prima volta agli inizi dell’Angelico da Roberto Longhi (1940), ma la sua attribuzione  si afferma soltanto a partire dagli anni '90 del Novecento.

Al museo di San Marco arrivano dagli Uffizi anche quattro tavole monocrome di ignoto pittore del XVII secolo raffiguranti Santi domenicani, finora custodite nel Gabinetto Disegni e Stampe delle Gallerie, ma che alla fine Settecento si trovavano nella Spezieria del convento di San Marco.

Lo scambio di opere è frutto della decisione congiunta dei direttori delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde e della Direzione regionale musei della Toscana Stefano Casciu.

Simone Verde (Direttore delle Gallerie degli Uffizi): “Questo scambio di opere, voluto fortemente dalla nuova direzione dalle Gallerie, è coerente con l’orientamento scientifico a noi caro, ovvero va nel senso  di una ricomposizione filologica delle collezioni e della storia universale degli Uffizi”.

 Stefano Casciu (Direttore della Direzione regionale musei della Toscana): "L’ iniziativa si inserisce nei consolidati rapporti tra i musei fiorentini della Direzione regionale e le Gallerie degli Uffizi, rapporti fondati su un’eredità e una storia comuni di ascendenza medicea, poi lorenese e quindi sabauda, che sostanziano e strutturano l’intero sistema museale cittadino. L’arrivo della Tebaide a San Marco, esposta nella sala interamente dedicata alle pitture su tavola del Frate, costituirà un ulteriore motivo di interesse e di arricchimento per il pubblico selezionato ed esigente del Museo, diretto negli ultimi anni da Angelo Tartuferi, ed al quale la Direzione regionale musei della Toscana ha dedicato nel tempo energie ed impegno per la cura e la valorizzazione degli ambienti monumentali, delle opere, delle collezioni e dei nuovi allestimenti museali in costante rinnovamento”.

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