Giorgio Vasari e l’Allegoria della Pazienza
La raffigurazione della “Pazienza”; un successo che andrà oltre i confini di Firenze e che ispirerà molti
La Galleria Palatina dedica una mostra incentrata su uno dei più importanti dipinti appartenenti alla collezione dei Medici; l’Allegoria della Pazienza. L’opera, appartenuta al cardinale Leopoldo de’ Medici, è oggi conservata nella Sala di Prometeo nella Galleria Palatina presso Palazzo Pitti.
L’opera ha una storia complessa essendo stata attribuita a diversi autori, inclusi il Parmigianino, Francesco Salviati e Girolamo Siciolante. Oggi è riconosciuta come un capolavoro di Giorgio Vasari in collaborazione con l’artista spagnolo Gaspar Becerra.
Fu Bernardetto Minerbetti, vescovo di Arezzo e Ambasciatore di Cosimo I, che commissionò l’Allegoria della Pazienza al Vasari. Egli gli chiese di creare un dipinto che rappresentasse in qualche modo la virtù principale del suo carattere, ovvero la pazienza.
L’artista accettò e per l’opera si ispirò alla statuaria antica.
Il quadro ritrae una donna legata con una catena ad una roccia, la quale attende pazientemente che dal vaso ad acqua sgorghino le gocce necessarie a corrodere la pietra restituendole la libertà.
Questa immagine divenne così famosa che il Duca Ercole II d’Este commissionò una nuova versione della “Pazienza” a Camillo Filippi. L’opera era destinata a decorare l’Appartamento della Pazienza presso il Castello Estense a Ferrara.
La mostra indaga la fortuna che ebbe l’immagine vasariana e cerca di spiegare perché la virtù della pazienza era considerata così importante sia nell’arte che nella letteratura durante il Rinascimento.