Giorgio Vasari esaltava la «Maniera moderna» come superamento della tradizione quattrocentesca, ormai arcaica, e collocava Leonardo, Michelangelo e Raffaello al centro di questo periodo di «somma perfezione»; a loro, ma con minor grado di convinzione, egli affiancava Fra’ Bartolomeo e Andrea del Sarto, disegnatori esemplari, meticolosi imitatori della natura, ideatori di opere devote. Vasari, artista della sontuosa corte del duca Cosimo I de’ Medici, era però lontano da quei maestri, sostenitori di una tradizione “pura, semplice e naturale”, e interpreti di una tendenza che a lui appariva superata e senza futuro.
Andrea del Sarto e Fra’ Bartolomeo restarono invece punti di riferimento negli anni della magnificenza medicea, ma soprattutto ridiventarono attuali alla fine del Cinquecento per rispondere alle esigenze dottrinarie sancite dal Concilio di Trento. Santi di Tito e Jacopo da Empoli si impegnarono allora in un rilancio di quei maestri, animato da nuovo vigore, e l’operazione venne riproposta a metà Seicento, con diverso senso di modernità, da Lorenzo Lippi e Antonio Novelli, come alternativa alla dilagante figurazione barocca.
La mostra, strutturata in cinque sezioni cronologiche, e quattro tematiche presenta una vera e propria rassegna di capolavori, molti dei quali appositamente restaurati per l’occasione.
Nella Firenze del primo Cinquecento il registro di nobile chiarezza ispirato al pensiero di Fra’ Girolamo Savonarola era un linguaggio condiviso dagli artisti a lui vicini, come Lorenzo di Credi e Fra’ Bartolomeo, Ridolfo del Ghirlandaio e i Della Robbia. Alcuni di loro facevano capo alla “Scuola di San Marco”, punto di riferimento della comunità degli artisti che proponevano immagini di una religiosità essenziale e austera. Con loro e con Andrea del Sarto si fondarono quei princìpi della “fiorentinità” che resteranno validi per oltre un secolo e mezzo: uno stile fatto di parole usuali, ordinate secondo una chiara sintassi, che modella con plastica evidenza figure e cose.
I maestri, eredi del Quattrocento, sono al tempo stesso fondatori di un’ “ordinata maniera” moderna. Superate le generazioni di Bronzino e Alessandro Allori, custodi di una vena naturalistica, si approda al “Seicento contromano”, dove sono riuniti artisti che hanno rilevato quest’identità “purista” fiorentina, traendone impulso per tracciare una linea “diversa” dal caravaggismo e dal barocco.
Dopo una sala dedicata al disegno dal vero, che spazia da Andrea del Sarto e Pontormo alla metà del Seicento, gli stessi artisti si ripresentano accostati per temi: “pitture di casa”, di affetti intimi, “pitture di cose” e la “tradizione del sacro”, che chiude la mostra.
La mostra, come il catalogo edito da Giunti Editore, è a cura di Alessandra Giannotti e Claudio Pizzorusso, ed è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, la Galleria degli Uffizi, Firenze Musei e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Puro, semplice e naturale nell'arte a Firenze tra Cinquecento e Seicento
Galleria degli Uffizi, Firenze
17 giugno - 2 novembre 2014, prorogata fino al 6 gennaio 2015
A cura di Alessandra Giannotti, Claudio Pizzorusso
"Puro, semplice e naturale nell'arte a Firenze tra Cinquecento e Seicento”. Catalogo della mostra (Galleria degli Uffizi, 17 giugno - 2 novembre 2014) a cura di A. Giannotti, C. Pizzorusso. Giunti Editore, Firenze 2014.
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, Galleria degli Uffizi, Firenze Musei, Ente Cassa di Risparmio di Firenze