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Mostre | Dal 14/12/2007 al 26/07/2008

Filippo Napoletano. Alla corte di Cosimo II de’ Medici 1617 – 1621

Filippo Napoletano. Alla corte di Cosimo II de’ Medici 1617 – 1621

Filippo Napoletano. Splendido diamante delle arti alla corte fiorentina del Seicento

Filippo Napoletano è uno dei protagonisti meno conosciuti della cultura figurativa del primo Seicento. Attivo a Napoli, Roma e Firenze, inventa e diffonde un particolare aspetto della pittura di genere (precorrendo i ‘Bamboccianti’) e di paesaggio, ispirandosi alla pittura olandese. Filippo, che lavora in parallelo con il fiammingo Paul Bril e col romano Agostino Tassi, crea una tipologia di paesaggio assai varia , che avrà grande influenza sulle generazioni più giovani, in particolare su Claude Lorrain e Salvator Rosa.

Dopo trent’anni di studio e di ricerche in archivio, Marco Chiarini ha ricostruito l’opera di Filippo, interessato ad illustrare aspetti fantastici e folcloristici del suo tempo con un realismo meticoloso ed ironico rivestito di colori vivaci e preziosi come i supporti che preferisce: il rame, il diaspro, la pietra di ’paragone’ o la ‘paesina’. Chiarini ne delinea la personalità distinguendola da quelle di Agostino Tassi, di Cornelis van Poelenburgh e di Bartholomeus Breenbergh, sotto i cui nomi si nascondevano tante sue opere. Infatti Filippo Napoletano, al suo tempo artista famoso, celebrato dai contemporanei Giulio Mancini, Giovanni Baglione e Cassiano dal Pozzo, e fino a Luigi Lanzi, come il creatore di composizioni stravaganti, di raffigurazioni di fuochi, di navigli, di scheletri, ma anche e soprattutto come specialista di battaglie e di paesaggi, era poi stato dimenticato.

Per Firenze, e per Palazzo Pitti un interesse particolare riveste la ricostruzione del triennio fiorentino di Filippo. Una cinquantina dei suoi quadretti di genere, dei suoi quadri sacri e di storia, e dei suoi paesaggi dipinti per il granduca Cosimo II e allora distribuiti nelle stanze del suo appartamento, ritornano nello stesso palazzo, riuniti nella Sala Bianca, ora che Marco Chiarini li ha rintracciati identificandoli, nascosti sotto altri nomi o più spesso divenuti anonimi, nei depositi degli Uffizi e di Pitti, o in prestito ad uffici pubblici. 

Accanto ai dipinti, una scelta dei disegni di Filippo, affascinanti saggi del suo modo di lavorare e del suo interesse per il paesaggio, la scienza e l’anatomia, completano la presentazione della sua attività per la corte medicea.

La scelta di concentrare la mostra sulla produzione degli anni 1617-1621 trascorsi da Filippo a Firenze, è in linea con la serie di iniziative che da una quarantina d’anni ci impegnano per valorizzare il patrimonio delle Gallerie fiorentine, e in particolare di Palazzo Pitti.

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