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Ritratto virile del c.d. Gallieno

Arte romana

Data
III secolo d.C. (rilavorato da un originale tardo augusteo)
Collezione
Scultura
Collocazione
Terzo Corridoio (A24)
Tecnica
Marmo italico
Dimensioni
65 cm (altezza)
Inventario
1914 n. 266

Numerose porzioni dell’opera risultano di integrazione: fra queste, si segnalano la punta del naso, la parte superiore del cranio, l’attaccatura dei capelli alla nuca, il collo e il busto. Alle integrazioni del ritratto lavorò per primo Innocenzo Spinazzi, il restauratore di corte, e dalle fonti d’archivio sappiamo che questa scultura è attestata nelle collezioni degli Uffizi già nel 1769. L’opera è stata verosimilmente riadattata nel corso del III secolo d.C. per assumere le sembianze dell’imperatore Gallieno, secondo un processo di riutilizzo ampiamente diffuso in quel periodo. Gallieno regnò dal 253 al 268 d.C. segnalandosi per la sua efficace riforma dell’esercito e per l’abilità di condottiero. Nonostante la difficoltà dei tempi in cui si trovò a regnare, Gallieno non trascurò le arti, la letteratura e la filosofia, favorendo il neoplatonismo che aveva nel suo amico Plotino, uno dei suoi massimi esponenti. La struttura generale della testa e la resa dell’acconciatura visibili sul ritratto fiorentino lasciano intuire che possa trattarsi di un’opera della tarda età augustea, ispirata ai modelli dei ritratti di Druso Maggiore, Germanico e Tiberio, cui nell’età di Gallieno (253-268 d.C.) fu aggiunta, tramite rilavorazione della superficie, una leggera barba.

 

 

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