Ritratti di alcuni celebri pittori del secolo XVII disegnati, ed intagliati in rame dal cavaliere Ottavio Lioni con le vite de' medesimi tratte da varj autori
Ottavio Leoni (1578?-1630)
Ottavio Leoni fu pittore, incisore, ma soprattutto disegnatore. Figlio dell’artista Ludovico Leoni, Ottavio nacque a Roma ed ebbe fin da giovanissimo committenti di alto rango per i quali realizzò ritratti e pale d’altare come Vincenzo I Gonzaga duca di Mantova, il cardinale Francesco Maria Bourbon Del Monte, che in qualità di protettore dell’Accademia di San Luca poté facilitare il precoce ingresso del Leoni nella compagnia, Giovanni Angelo Altemps e Scipione Borghese. A lui si deve anche una serie di disegni su carta azzurra di scienziati, matematici, artisti e poeti del primo Seicento rappresentati perlopiù a mezzo busto, tra i quali vanno ricordati quelli di Galileo Galilei e di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, entrambi conservati alla Biblioteca Marucelliana di Firenze.
Quando Fausto Amidei, libraio romano del XVIII secolo, entrò in possesso di alcune matrici incise dal Leoni a bulino e acquaforte nel periodo 1622-1625 raffiguranti noti pittori italiani del suo tempo, ebbe l’idea di realizzare una pubblicazione a stampa dove tali ritratti venissero accompagnati dalle storie delle vite dei soggetti rappresentati. Il progetto si collocava sulla scia della tradizionale storiografia artistica inaugurata da Giorgio Vasari e poi ripresa da molti suoi epigoni nel corso dei secoli successivi, ma trovò nei propositi dell’Amidei un’originale declinazione: le note biografiche da utilizzare per accompagnare i ritratti erano in questo caso già edite e scritte da autori diversi, con l’eccezione della vita di Carlo Maratta scritta da Giovanni Pietro Bellori esistente al tempo solo in forma manoscritta. Le biografie furono estrapolate perlopiù da Le vite de’ pittori, scultori et architetti di Giovanni Baglione – come quella dello stesso Leoni preceduta dal suo autoritratto inciso - da Felsina pittrice vite de pittori bolognesi di Carlo Cesare Malvasia per quella del Guercino e da Notizie dei professori del disegno da Cimabue in qua di Filippo Baldinucci per quella di Gian Lorenzo Berini e ristampate con piccole modifiche, aggiunte e omissioni. Nel caso della biografia di Simon Vouet, probabilmente non disponibile in forma integrale, si decise di comporla mettendo assieme frammenti di autori vari.
Il volume contiene una dedicatoria del curatore a Livio de Carolis marchese di Prossedi - facoltoso committente di palazzi e fontane tra la capitale e i territori del frusinate e del latinense - e una nota ai lettori, nella quale viene illustrato il piano dell’opera e i passaggi per la sua realizzazione. Una nota di possesso manoscritta documenta l’appartenenza dell’opera all’artista fiorentino del XVIII secolo Lamberto Cristiano Gori, il quale dichiarava di suo pugno di averla acquistata a una vendita di beni di proprietà di Ignazio Hugford, fratello del monaco vallombrosano Enrico Hugford. Presso di loro, il Gori aveva appreso fin da piccolo i rudimenti del disegno e la tecnica della scagliola, nella quale egli si affermò come uno dei più originali interpreti della sua epoca.
L'esemplare è mutilo dei ritratti di Giuseppe Cesare d’Arpino e Simon Vouet; il ritratto di Carlo Maratta è tuttora attribuito ad autore ignoto; le medaglie raffiguranti Gian Lorenzo Bernini e Carlo Maratta sono state incise da M. Tuscher.
F.Borroni Salvadori, Ignazio Enrico Hugford, collezionista con la vocazione del mercante , in Annali della Scuola normale superiore di Pisa , classe di lettere e filosofia, serie III, vol. XIII, 4, Pisa 1983, p. 1056; Volti e storie. Ottavio Leoni (1578-1630). Ritrattista nell’Accademia colombaria e nelle raccolte fiorentine , a cura di P. G. Tordella, Firenze 2019.