Notizie istoriche delle chiese fiorentine

Titolo esteso: Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne’ suoi quartieri opera di Giuseppe Richa della Compagnia di Gesù accademico fiorentino, e socio colombario, in Firenze, nella stamperia di Pietro Gaetano Viviani, 1754-1762, 10 tomi

Giuseppe Richa, torinese di nascita, fu mandato a studiare nel Collegio Cicognini di Prato, allora retto dai padri Gesuiti e fu così che, nel 1747, scelse di diventare Gesuita egli stesso. Dopo aver svolto diversi incarichi, in varie città d’Italia, per ordine della Compagnia di Gesù, venne infine inviato a Firenze, presso il Collegio di San Giovannino. Divennero famose le sue erudite lezioni serali sulla storia e sugli aspetti artistici delle chiese fiorentine, che egli tenne presso la Chiesa di San Giovannino, dal 1750 fino al termine della sua vita (dal 1773, dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, la Chiesa fu denominata San Giovannino degli Scolopi). Le lezioni serali del Richa furono molto apprezzate e frequentate dal pubblico colto, cosicché alcuni noti eruditi dell’epoca, fra i quali il canonico Anton Maria Biscioni, conservatore della Biblioteca Laurenziana, lo incoraggiarono a pubblicarle. Le Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne’ suoi quartieri iniziarono quindi ad essere pubblicate nel 1754 e l’ultimo dei dieci volumi uscì nel 1762, poco dopo la morte del Richa. L’opera è in gran parte testuale, ma contiene anche alcune tavole incise fuori testo, per meglio documentare le analisi erudite del padre gesuita. L’esemplare della Biblioteca degli Uffizi è reso unico dalla presenza delle postille di Giuseppe Pelli Bencivenni, un importante funzionario che ricoprì incarichi di rilievo, soprattutto sotto il granducato di Pietro Leopoldo, come quello di censore regio delle stampe e direttore della galleria degli Uffizi. Secondo Renato Pasta, queste annotazioni a margine del testo del Richa potrebbero rientrare nel progetto di scrivere una storia di Firenze, che Pelli coltivò in privato per molti anni, come scrive egli stesso nelle sue Efemeridi.